Il mio cane è solo, ne prendo un altro?

9 dicembre 2003
Buongiorno,
seguendo il consiglio di Licia Colò vi scrivo per chiedervi un parere. Ho un cane, una femmina di pastore tedesco di quasi 9 anni, senza pedigree e con me fin da cucciola e la nostra famiglia è composta da noi due.
Mi sono sempre reso conto che lei, recandomi io al lavoro, ha sofferto abbastanza la solitudine. Fino a un mese fa perlomeno tornavo a casa per il pranzo ma adesso ho cambiato lavoro e non mi sarà più possibile.
Quindi avrei pensato di rivolgermi al canile di Parma per adottare un cane di modo che entrambi possano trarne giovamento. Aggiungo che vivo in campagna e c’è molto spazio a disposizione.
Vi chiedo, per cortesia:
1) è una buona idea, premesso che vorrei prendere un cane di piccola taglia, o la mia cagna, anziché sentirsi meno sola soffrirà di gelosia e potrà essere aggressiva?
2) se è una buona idea, è meglio che il nuovo arrivato sia maschio o femmina, giovane o maturo?
3) c’è qualche accorgimento da adottare per facilitare l’affiatamento dei due cani?
Grazie per le risposte che mi fornirete.
Cordiali saluti e scontati complimenti per la trasmissione
Gilberto Signifredi

Egregio Signor Gilberto,
trovo che l’idea sia buona e ritengo, anche, che la scelta di sottrarre un cane dal canile sia straordinariamente bella.
Ogni tanto penso al vecchio canile municipale di Roma. I cani ospitati presso la vecchia struttura vivevano, spesso, in coppia in box di due metri quadrati e mezzo e le cure dei volontari che si occupavano del loro benessere erano, comunque, insufficienti a fornire loro un punto di riferimento affettivo. Nonostante questo, molti di loro erano più equilibrati di tanti cani che, pur vivendo una vita priva di stenti, in fantastici appartamenti, nonché assecondati in ogni loro richiesta, risultavano decisamente più stressati o confusi. Questa osservazione mi faceva fermare a riflettere su quale fosse la chiave che contribuiva così fortemente al benessere psicologico di un cane: evidentemente non erano né lo spazio, né l’abbondanza di rapporti sociali. Ciò che contava era sentirsi al sicuro.
La risposta risiede nell’etologia. I bisogni primari di un animale sono sostanzialmente tre:
– Sentirsi sicuro ed al sicuro (difendersi dai pericoli)
– Avere cura di sé (nutrirsi, dissetarsi, svolgere attività per il benessere fisico del corpo, sentirsi pulito)
– Riprodursi
Gli animali sociali, cioè quelli che vivono in gruppo, hanno bisogno del branco per poter soddisfare quelli primari.
Rispetto alla capacità adattative dei moduli comportamentali di un animale selvatico, il cane mostra una particolare elasticità. Il minimo aiuto che fornisce l’uomo è sufficiente a far superare, a quest’animale, la frustrazione di una vita libera nei boschi fatta di caccia e di lotte per la sopravvivenza e la riproduzione. La stretta dipendenza dalla nostra specie fa sì che molti cani si “accontentino” del minimo indispensabile per sopravvivere: un ambiente inattaccabile cibo, acqua, una spazzolata di tanto in tanto ed una corsetta alla settimana
poter lasciare un segnale del suo passaggio ad un cane di sesso opposto (chissà se un cane lascia la sua traccia con lo stesso stato d’animo con cui io gioco al Superenalotto),
incontrare una persona due volte al giorno (quando puliscono la gabbia e quando portano il cibo).Ciò che invece molti cani non riescono ad accettare è un rapporto sociale instabile. La sociopatia è largamente responsabile della maggior parte dei problemi di comportamento dei cani che ho avuto occasione di seguire.
La solitudine è un grande problema ed è diffuso anche a tutti gli animali che convivono con gli umani dell’era tecnologica. Strano vero? In quest’epoca registriamo il più alto numero di esseri umani presenti sul pianeta, eppure molti noi soffrono di solitudine!
Dalle poche righe che ha scritto credo che la sua pastorina sia cresciuta bene e serena, che la qualità del rapporto che avete instaurato sia di buona qualità e, come detto, per un cane è più importante avere un rapporto stabile, seppur minimo, piuttosto che una grande quantità di rapporti scadenti. L’inserimento di un nuovo compagno cane dovrebbe aggiungere qualcosa di piacevole, a meno che la sua non abbia problemi di socializzazione e, superato il primo periodo di adattamento reciproco, credo che tutto dovrebbe risolversi per il meglio.
Per quanto riguarda la scelta del compagno non credo che potrò esserle di grande aiuto poiché non ho dati a sufficienza per valutare la personalità della sua cagna (non amo questa parola!), ma sicuramente, lei avrà avuto modo di valutare quali siano le compagnie preferite dalla sua amica ed io orienterei la scelta verso qualcosa di sicuro. Ovviamente, se nessuno dei due è stato sterilizzato sarebbe più opportuno sceglierlo dello stesso sesso, evitando così spiacevoli situazioni durante il periodo dell’estro.
Gli accorgimenti da osservare sono pochi ed anche abbastanza banali. L’ingresso del nuovo arrivato deve rappresentare per il suo cane un momento piacevole che non lo priverà di nulla di cui attualmente può godere, anzi dovrebbe addirittura aggiungere qualcosa a ciò di cui è già in possesso:
al rientro in casa dovrà salutare prima la sua cagna e poi il nuovo arrivato, quando decide di giocare con i cani dovrà dare alla prima una priorità di scelta, anche il momento del pasto dovrà seguire l’iter di priorità.
Man mano che il rapporto tra i due si evolve, queste priorità dovranno essere osservate verso l’individuo che risulterà essere di rango superiore. Considerando anche che lei ha dichiarato che i cani avranno a disposizione un grande spazio, credo che né lei, né la sua amica avrete problemi dalla scelta che sta per fare.Riccardo Totino è consulente comportamentale e rieducatore cinofilo. A.P.N.E.C. Italia(Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili)

Nota dell’autore
Gentili lettori,
trovare dei sinonimi alla parola cane è molto difficile, il vocabolo cagna pur essendo italiano corretto non lo utilizzo con piacere in quanto è comunemente utilizzato in modo dispregiativo. Nelle lettere che ricevo sono frequentemente omessi i nomi propri che, invece, sono molto importanti per rendere scorrevole la lettura… è un invito.